Naturopatia e ciarlataneria.

La figura del naturopata è molto poco nota e purtroppo quando è invece conosciuta non lo è per motivi lusinghieri.

Per alcune persone la naturopatia è sinonimo di ciarlataneria, di pratiche illogiche e suggestive che sfruttano la credulità popolare per avere un indebito guadagno. Alla luce di quanti propongono le "cure" naturopatiche come alternativa alla medicina canonica e di quanti non hanno vergogna di parlare di fisica quantistica senza magari nemmeno saper fare una disequazione o senza conoscere nemmeno i rudimenti della fisica classica o di proporre riflessologia, cromoterapia, iridologia, fiori di Bach e via dicendo, forse, chi la pensa così, ha almeno un po' ragione.

Troppe persone sotto questo nome, naturopatia appunto, o altri come "Operatore Olistico" propongono cose, oltre che non riconosciute dalla prassi scientifica, che sfuggono addirittura al buonsenso. Come si suol dire in questi casi, comportamenti del genere, rappresentano quel professionista e non la materia. Un professore di matematica ignorante, rappresenta se stesso e non prova errori della Materia in sé.

Nel caso in questione però la naturopatia sembra essere inclusiva di pratica irragionevoli per sua stessa definizione. Troppe scuole le includono nell'iter formativo del naturopata e troppi "professionisti" ci lavorano. Come ovvio, stando così le cose, la diatriba si complica.

La realtà è questa: la naturopatia agisce anche sul piano simbolico, analogico e metaforico. Questa affermazione porta a servirsi anche, e ripeto "anche" perché deve essere un'eventualità e non la prassi, di metodologie che affondano la loro pratica in quello che Jung avrebbe chiamato inconscio collettivo, in materie che hanno una semiologia potente, ancestrale, evocativa, spesso riconosciuta da diverse culture anche distanti. Queste pratiche, credenze o sistemi rappresentano, in molti casi, una forma di "whisful thinking" o pensiero desiderativo. In altri sono vere e proprie "credenze popolari" ma come tali comunque radicate nella nostra mente, in altri casi ancora sono scienze indimostrate meglio dette pseudoscienze. In tutte il potere è rappresentativo, simbolico, analogico.

La corretta pratica è presto esemplificata. Prendiamo ad esempio la riflessologia plantare:

Una persona va da un naturopata perché ha dei mal di testa che da referto medico sono di carattere subclinico e aspecifico. Per quanto personalmente per me non sarebbe una via desiderabile, nella finzione del nostro esempio il professionista sceglie di agire con la riflessologia. Come? Spiega al cliente che esiste una lunga tradizione di pratiche salutistiche che si basano sui punti riflessi dei piedi. La cosa curiosa è che questa metodologia ha delle affinità tra quella occidentale e quella orientale, pratiche simili che eppure non si sono mai incontrate se non quando già formulate. Continua la sua spiegazione, dicendo che non è noto sapere o capire il perché né in senso fisiologico né psicologico ma i piedi sono stati in diversi culture una porta di accesso di tipo medicamentoso. Al giorno d'oggi non esistono prove dell'efficacia di questa pratica e le conoscenze anatomiche non suggeriscono nessun tipo di meccanismo, nemmeno ipotetico, a giustificazione della teoria riflessogena. Ad ogni modo ci serviremo delle sensazioni del piede, e del tocco specifico della zona dell'alluce che tradizionalmente è associata alla testa e all'encefalo, per mediare il rilassamento muscolare di una parte lontana del corpo, la testa appunto. Da questa immagine di relazione il gioco è fatto.

Il naturopata è rimasto nella piena onestà, ha spiegato il significato simbolico, antropologico, psicosociale. Le immagini mentali che la riflessologia genera saranno il vero miglioramento della salute del cliente. L'idea della parte riflessa è stata comunicata e nella mediazione del piede le sensazioni avranno un valore di riflesso condizionato. La potenza delle immagini mentali nell'apprendimento, nello sport, nel rilassamento è ampiamente documentata, usata e accettata. La cura sarà a mio giudizio di probabile beneficio, poiché simbolicamente il naturopata ha avuto accesso tattile, senziente, a punti di del corpo fuori dalla nostra percezione ordinaria (encefalo, vasi sanguigni, ossa craniche) e ha agito su qualcosa che non è una malattia vera e propria ma uno stato di disagio probabilmente psicosomatico.

D'ordinario non mi interessa la riflessologia plantare, in tutta sincerità la considero una bufala, operata il più delle volte da persone che hanno la stessa conoscenza del corpo umano di un bambino di sei anni. Però questo sarebbe un modo lecito, onesto, intellettualmente stimolante, forse anche scientifico, per praticarla.

Potrei portare altri esempi; come i fiori di Bach. Anzi che spacciarli come rimedi vibrazionali, medicina quantistica e scemenze varie, basterebbe spiegare che la cura col fiore sarà null'altro che un memorandum del buoni propositi salutistici intrapresi col naturopata. Ogni volta che verranno assunte le gocce, ci ricorderemo del nostro impegno rinnovando la nostra spinta verso il cambiamento positivo attraverso questo rituale simbolico, innocuo, di fiducia verso la natura poiché assumiamo comunque un derivato di un fiore.

Troppo stupido? Troppo poco affascinante? Palesemente inutile? Difficile dirlo. Nella mia modesta opinione così i rimedi energetici, vibrazionali, quantistici, olistici, bionaturali e fantasie varie diventano veramente interessanti e disvelano il loro autentico motivo di interesse: quei meandri attraverso i quali le "cure", nel senso autentico di attenzione verso sé stessi, entrano nel corpo e diventano quello che la scienza oggi chiama placebo che è comunque una forma di autoguarigione, una semplificazione della nomenclatura scientifica per un universo obiettivamente ignoto. Per questo la pratica a carte scoperte dovrebbe essere la vera forza dell'operatore.

Tornando al punto di origine ci chiediamo come agisca la naturopatia e se sia ciarlataneria La risposta è no, non dovrebbe esserlo, poiché l il Naturopata con la N maiuscola è un consulente di benessere ampiamente edotto in diverse materie scientifiche in grado di promuovere un cambiamento positivo del cliente, di migliorarne la qualità della vita, di sostenerne scelte salutistiche e alla bisogna capace di operare sul piano simbolico.